Grecia, Papandreou piano contro la crisi economica
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Papandreou, vincente alle
elezioni 2009 in
Grecia, si trova adesso, dopo un tempo relativamente breve, a dover
affrontare la peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni.
Papandreou ha varato un piano di riforme austere
per tentare di far uscire la Grecia dalla crisi, cercando di alleggerire la
tremenda pressione del debito pubblico. Papandreou ha parlato chiaramente di
“fallimento”, “catastrofe” del paese, cercando di far comprendere la necessità
di misure importanti e immediate. La Grecia rimane sotto stretta sorveglianza
internazionale, dopo aver
subito il declassamento del suo debito pubblico.
Il piano greco si basa sul risanamento dei conti
pubblici (in particolare sul risanamento del settore sanitario e la lotta
alla corruzione e all'evasione fiscale) e la drastica riduzione della spesa pubblica. Molte e
d’impatto le riduzioni previste: congelamento dei salari dei dipendenti pubblici
con redditi maggiori di 2 mila euro, tagli a salari e bonus dei manager
pubblici, riduzione del 10% delle spese operative del governo, congelamento
delle assunzioni pubbliche, riduzione delle spese militari per i prossimi tre
anni, riduzione degli uffici all'estero dell'Ente del turismo, riduzione delle
spese elettorali e altro ancora.
Il premier ha annunciato l’aumento degli investimenti
pubblici fino al 4,2% del Pil nel 2010 per accelerare l'assorbimento dei fondi
europei, e riforme per favorire gli investimenti internazionali. Alle misure annunciate ha fatto seguito l’innalzamento
di un muro di dissenso, proteste di piazza in ogni parte del paese e
scioperi. La gente comune protesta: niente aerei né trasporti pubblici,
scuole chiuse e ospedali ad attività ridotta, scioperano dipendenti pubblici,
studenti e gente comune.
La Grecia ha chiesto aiuto alla Ue (leggi anche
Aiuti economici europei alla Grecia)
per superare la crisi economica e cautelarsi
in caso di tracollo. L'Unione Europea ha raggiunto un accordo sulla possibilità
di finanziare la Grecia, dimostrando la solidarietà all'interno dell'Unione e
tutelando la stabilità dell'euro. Tale accordo prevede prestiti degli
stati membri e finanziamenti del Fondo monetario internazionale.
Il caso della Grecia è servito anche a stabilire una procedura standard in caso
di aiuto a uno stato membro. Gli stati dell'Unione dovranno essere tutti
d'accordo sulla concessione di aiuti, le valutazioni saranno fatte dalla
Commissione europea e dalla Bce, che stabiliranno se esiste o meno un rischio di
instabilità per l'area euro. Ogni stato contribuirà in misura diversa al
prestito, con impegni maggiori per gli stati che "pesano" di più, come Francia e
Germania.
Il prezzo da pagare per ottenere i fondi sarà elevatissimo per la Grecia in
termini di risanamento finanziario e fioccano le proteste in strada alimentate
dal malcontento popolare.
Lucas
Papademos è passato alla guida del governo greco d'unità. Il premier, che
succede a Papandreou, ha nominato il governo di unità nazionale chiamato a
mettere in atto le drastiche misure di austerity imposte dall'Unione Europea
alla Grecia per ottenere gli aiuti comunitari e a trovare una soluzione per la
difficile situazione politica.
Leggi
Crisi economia Grecia 2012 e
Crisi economica in Grecia 2015.
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