Sei qui:
Grecia
>
Economia della Grecia
La
Grecia è un paese tradizionalmente agricolo, che ha compiuto dagli
anni '60 un notevole sforzo di
industrializzazione che le ha permesso di essere
ammessa alla Comunità economica europea.
Nonostante la tradizione agricola, la
Grecia non è particolarmente favorita dal
territorio prevalentemente montuoso e dal clima
spesso secco. Il prodotto principale è il
frumento, soprattutto coltivato nelle pianure
della Macedonia e della Tracia, seguono l'orzo,
il mais, il riso e l'avena.
|
|
Più rilevanti ai fini commerciali sono alcune colture di tipo arboreo quali l'olivo (la Grecia è il terzo produttore d'olio d'oliva del mondo) la vite e gli agrumi, destinati in buona parte
all'esportazione.
Dall'uva si ricavano notevoli quantità di
vino, rinomato anche all'estero, ma molto rilevante è anche la produzione di uva passa. In crescita sono le produzioni di cotone e di tabacco. Altri prodotti agricoli sono semi oleaginosi, barbabietole da zucchero e prodotti ortofrutticoli.
Il manto forestale è assai povero, quindi modesta la produzione di legname, contenuta anche l'attività zootecnica, prevalentemente limitata dalla scarsità di pascoli. Relativamente carente anche la pesca.
Il sottosuolo presenta una certa varietà di minerali, ma spesso in quantità esigue. Le principali produzioni minerarie sono di nichel, bauxite e magnesite. Si estraggono inoltre lignite, minerali di ferro, manganese e
argento. Famosi i marmi e lo smeriglio (nell'isola di Nasso), oltre ai materiali da costruzione in genere. La produzione di energia elettrica poggia per il 70% sul petrolio di importazione.
L'industria ha subito un forte sviluppo in particolare nel settore tessile (soprattutto cotone, ma anche fibre sintetiche) nel settore alimentare (industrie vinicole, zuccherifici, oleifici, birrifici) e nella manifattura del tabacco. Un certo impulso hanno subito inoltre l'industria chimica e petrolchimica, della siderurgia (laminati di ferro) e della metallurgia (piombo, alluminio).
La Grecia è stata per lungo tempo il fanalino di coda economico dell'Unione
Europea, ma le distanze si sono via via accorciate da quando l'economia ellenica ha fatto uno sforzo notevole per entrare a far parte dell'euro. Gli anni
successivi all'entrata nell'Unione sono stati effettivamente dal miracolo economico, con l'inflazione che è scesa,
con l'abbattimento di gran parte del disavanzo pubblico e con un aumento deciso del prodotto interno lordo. L'Europa è stata decisiva e si è dimostrata una grande opportunità per migliorare
i conti e modernizzare il paese. L'Europa è stata anche una grande opportunità per attingere a consistenti aiuti che hanno permesso investimenti in infrastrutture necessari da decenni. In definitiva la Grecia segue il resto dell'Europa con qualche anno di ritardo, attraversa le stesse difficoltà che hanno attraversato prima
altri paesi più deboli in Europa. Se il paese saprà sciogliere i vecchi problemi di inefficienza del settore pubblico, di eccessivo carico pensionistico nel bilancio dello Stato, di una imperante evasione fiscale, di una onnipresente economia sommersa, allora il paese, che certo non manca di validissime figure professionali e statali, saprà presto fare come e forse meglio degli altri paesi.
Un altro grosso problema da cui la Grecia si deve emancipare è il fatto di essere troppo
Atene centrica, cioè quasi tutto si svolge ad Atene concentrando nella capitale troppe risorse ma anche tanti problemi, a partire dal traffico e dall'inquinamento. Il resto del paese non è nemmeno paragonabile alla capitale.
Infine, come tanti di noi sanno, la Grecia vuol dire anche e soprattutto turismo, sia nelle forme familiari sia nelle grandi strutture gestite da agenzie di viaggio internazionali e tour operator. Dalla sola Italia arrivano più di un milione di persone all'anno, arrivi che si concentrano nelle
isole Ionie, nelle
Cicladi e a
Creta e
alla scoperta dei siti archeologici.
La crisi greca, esplosa alla fine del 2009,
non ha ancora finito di stupire e preoccupare.
Il crollo della Grecia rappresenta ormai di uno
degli eventi più importanti della storia
dell'Unione europea, e solleva problematiche per
le quali l'UE non pare, ad oggi 2015, in grado
di trovare una soluzione. La crisi greca
evidenzia come all'unione monetaria non
corrisponde l'unione politica né un meccanismo
chiaro di mutuo aiuto tra i paesi comunitari.
|
|
La
crisi, la proroga dei debiti, la negazione da parte della Bce di garantire la
liquidità a fronte delle scadenze del debito greco, per permettere riforme e
crescita all'interno dell'Eurozona, la popolazione esasperata di fronte ai dictat europei, hanno portato al referendum sull'accettabilità o meno delle
proposte dei creditori della Grecia. In realtà questo è un referendum sulla
permanenza o meno della Grecia nell'Euro. Il leader dell'opposizione, Antonis
Samaras, chiede a Tsipras un passo indietro revocando il referendum e
formando un governo di unità nazionale.
Il Parlamento ha approvato il referendum, a favore hanno votato Syriza, la
destra nazionalista di Anel e Alba Dorata. Tsipras invita a votare no alle
misure imposte alla Grecia dalla UE, se vincerà il si, si dimetterà afferma.
|