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Elezioni in Grecia
In Grecia le elezioni del 2009 hanno sancito la
sconfitta, dopo sei anni di governo, del partito del Centrodestra, la Nuova
Democrazia (ND). Gli elettori hanno dato difatti la maggioranza assoluta ai
socialisti del PASOK (il Movimento socialista panellenico
ovvero Panellinio Sosialistiko Kinima) e al loro leader George Papandreou (nella
foto a sinistra). La vittoria del Pasok si colloca in
controtendenza rispetto alla crisi delle sinistre in Europa che un po' ovunque
perdono seggi e consensi.
I socialisti in Grecia hanno conquistato 159 seggi su 300. La Nuova Democrazia (Nea Demokratia) del
premier uscente Costas Karamanlis è arrivata ad aggiudicarsi solo 91
deputati. Il Partito Comunista (KKE) si è affermato come terzo partito, con il
7,5% dei voti e ha conquistato 21 seggi. L'astensione si è attestata in queste
elezioni poco sopra al 30%, per la precisione al 32,2%.
Karamanlis
ha annunciato che lascerà la guida del suo partito. Primo aspirante come suo
successore è il ministro degli esteri, Dora Bakoyannis (a destra nella
foto).
Papandreou si è preso la rivincita su Karamanlis, che lo aveva sconfitto due
volte, nel 2004 e nel 2007. Il centrodestra di fronte alla crisi economica
basava la sua ricetta per il superamento della crisi sulla necessità di una serie di misure “sincere e
necessarie”, prevedendo altri due anni difficili. Papandreou ha promesso
che non ci
saranno nuovi sacrifici e che farà di tutto per far uscire il paese dalla crisi
economica. Il piano da lui proposto prevede lo stanziamento di 3 miliardi di dollari
per risanare l'economia, senza nuove tasse per i lavoratori e la classe media,
la riduzione delle spese statali, il rilancio dei consumi e dell’economia
attraverso la lotta all'evasione fiscale e l'imposizione di tasse a cui assoggettare i
grandi proprietari (inclusa la Chiesa).
Ma guardiamo da vicino il nuovo Capo del Governo greco. George Papandreou
(classe 1952) ha un cognome celebre (è figlio di Andreas Papandreou e
nipote di George Papandreou, storico leader liberale) ed è il terzo
membro della sua famiglia a guidare il paese dopo la Seconda guerra mondiale. Il
suo partito, il PASOK è stato fondato nel 1974 in seguito alla caduta del regime
militare dei colonnelli e al ritorno alle istituzioni democratiche in Grecia.
Papandreou ha detto di voler affrontare la "questione morale", senza la quale
"qualsiasi riforma economica o sociale sarebbe inadeguata ai bisogni del Paese".
Su Karamalnis pesavano all’opposto due scandali “nero/rosa”: quello che ha coinvolto Christos Zachopoulos, ex segretario generale del ministero della
cultura, uno scandalo ancora non chiarito di corruzione, sesso ed estorsione e
quello riguardante Vassilis Magginas, ex ministro del lavoro che si era fatto
costruire una casa abusiva e vi impiegava una famiglia di indiani non
regolarizzati.
Papandreu ha vinto con un progetto molto obamiano, parlando di etica
economica, puntando sulla green economy e usando lo slogan “lavorare insieme per
cambiare la rotta del paese”. Un bel messaggio di speranza per tutte le sinistre
europee, uno stimolo al rinnovo profondo del socialismo riformista, che se
propone una visione diversa, rispetto alla destra, dell'economia e della società,
può tornare a vincere.
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