Santorini e il mito di Atlantide
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Santorini è
stata
associata da
tempo al
mito di
Atlantide,
come uno dei
possibili
luoghi di
origine
della
leggendaria
civiltà sommersa.
Atlantide è stata individuata in luoghi diversi della terra, nelle
isole
Canarie,
nelle
vicinanze
dell’Australia,
nei pressi
delle
Bahamas, in
Antartide,
nel Triangolo
delle
Bermuda e anche qui a
Santorini.
La prima
evidenza
scritta
della
civiltà di
Atlantide a Santorini ci
perviene,
dopo una
lunga
tradizione
orale, da
Platone, il
noto
filosofo
greco
discepolo di
Socrate e
maestro di
Aristotele
vissuto nel
427-347 a.C.
In due suoi "Dialoghi" (Timeo e Crizia) il filosofo accenna a un isola, abitata
dalla stirpe di uomini più nobile della terra e governata da una civiltà
utopistica in grado di dominare quasi tutto il Mediterraneo. Secondo Platone
questa civiltà, che si trovava non nell'Egeo ma oltre le colonne di Ercole
(attuale stretto di Gibilterra) fu sconfitta dai greci e l'isola sprofondò a
causa di un violento terremoto.
Platone
narra una
favola
morale (vera
o inventata
ancora non
si sa) di
due grandi
città che
entrarono in
conflitto
tra loro:
Atene,
l'attuale
capitale
della
Grecia, e
Atlantide,
città che
si inabissò
e sparì
dalla faccia
della Terra.
Dai racconti
di Platone
non è
però possibile
identificare
con certezza
il possibile
luogo (se
mai sia
esistito)
di ubicazione di Atlantide, e d'altronde l'Utopia di Platone sembrerebbe
non essere altro che una creazione letteraria a sostegno degli argomenti che il
grande filosofo voleva proporre alla società del suo tempo.
Molti
studiosi, tra
cui esperti
vulcanologi
e archeologi,
hanno
evidenziato
come l'eruzione del
vulcano di
Santorini
possa essere
in qualche
modo ricollegata alle descrizioni di Platone su Atlantide e come all'eruzione
vulcanica possa ricondursi la distruzione della fiorente colonia cretese di
Akrotiri e probabilmente anche la distruzione della civiltà minoica cretese.
Sembra difatti che l'eruzione del vulcano abbia provocato il sollevamento delle
acque intorno, con onde alte fino a 50 m che avrebbero raggiunto la costa
settentrionale di Creta, lungo la quale si trovavano i principali insediamenti.
In realtà il declino di Creta si verificò circa 200 anni dopo la data in cui
geologi segnalano l'eruzione di Santorini e quasi certamente
Creta non ha niente
a che vedere con Atlantide.
I
riferimenti
di Platone
al Palazzo
dove le
acque
affluivano
rigogliose
dalle vicine
colline pare
si
possano rintracciare nei siti
archeologici
di Cnosso
(nell’isola
di Creta) e
Akrotiri,
nell’isola
di Santorini.
Il Palazzo
di Atlantide
che viene
descritto da
Platone come
un edificio
a più
livelli
situato su
un grande
piano in
cima a una
collina
terrazzata, è
simile sia
al Palazzo
di Cnosso
che a quelli
di Akrotiri, così come lo sono la descrizione architettonica e i materiali usati
nella sua costruzione.
Nel 1967
nella
località di
Akrotiri in
Santorini,
gli archeologi riportarono alla luce un antica
città, quasi
completamente
intatta come
Pompei e
ricoperta da
antiche
ceneri.
La scoperta
fu
catalogata
come tra le
più
importanti
nella storia
dell’archeologia.
Diverse case
furono
portate alla
luce e
presentavano
un
sofisticato
sistema
idraulico,
con tanto di
bagni e
acque
correnti che
defluivano
in un
perfetto
sistema
fognario.
Questo sito testimonia una delle prime forme
di
ingegneria
urbana mai
scoperte
nella
storia.
Platone
ancora descrive le
rocce
bianche,
scure e
rosse
estratte
dalle cave
dell’isola
di Atlantide
per
costruire i
palazzi
della
‘grande’
città
dell’isola.
La
descrizione
è simile
alle rocce
della terra
di Santorini.
In ultimo, Platone si riferisce alla fonte del mito di Atlantide, gli egiziani.
Gli egiziani, secondo Platone, chiamavano Atlantide "Kepchu", nome che
viene
storicamente
usato per il
popolo
dell’isola
di Creta,
culla della
civiltà
minoica.
È da notare
infine che
nelle rovine
della città
di Akrotiri,
non è stato
ritrovato
alcun resto
umano (al
contrario di
Pompei). Si
pensa quindi
che i suoi
abitanti
avessero
trovato in
qualche modo
una via di
scampo prima
della famosa
eruzione
vulcanica,
in luoghi
ancora oggi
sconosciuti.
Le ricerche
storiche e
archeologiche
a Santorini
continuano
ininterrottamente,
e chissà se
un giorno le
fantasie di
alcuni si
potranno ancorare
alle
evidenze
storiche.
L’enigma per
il momento
continua,
anche sulla
base del
mistero
dell’archeologo
greco Spyridon
Marinatos, a
quanto pare
in passato
al centro di
diversi
scontri
diplomatici
legati agli
scavi
archeologici
nell’isola.
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