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Creta e
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Il sirtaki
Sir
Arthur Evans,
archeologo
britannico,
all’epoca
direttore
dell’Asmolean
Museum di
Oxford,
aiutato dal
suo
assistente
Mackenzie,
con tenacia
e quel
pizzico di
fortuna che
era mancata
a quanti lo
precedettero,
scoprì le
rovine dell’antico
palazzo di
Cnosso
agli inizi
del
Novecento.
E
proprio
l’antico
palazzo di
Cnosso ci
regala uno
dei più bei
miti della
letteratura
greca e nel
contempo ci
svela
l'origine
mitica del
Mar Egeo: la
leggenda del
minotauro. La
leggenda
narra che
Minosse,
giusto e
saggio re di
Creta, aveva
fatto
rinchiudere
il Minotauro
(figura
mitologica,
dal greco
minos re e
tauros toro)
in un
labirinto
fatto
costruire
appositamente
dall’ingegner
Dedalo.
In
quell’epoca
la città di
Atene era
sottomessa a
Creta e in
virtù di
questa
sottomissione
era
costretta ad
inviare ogni
anno 7
fanciulli
maschi e 7
fanciulle
femmine
affinché il Minotauro
potesse
nutrirsi
di carne
umana.
Teseo,
giovane e
audace
figlio
dell’allora
re di Atene,
Egeo, si
recò a Creta
per
sconfiggere
il Minotauro
e spezzare
questa
infinita
catena di
sacrifici
umani.
Il
coraggioso
Teseo
promise alla
dolce
Arianna,
figlia del
re Minosse,
che una
volta ucciso
il mostro
l’avrebbe
sposata.
Riuscì
nell’impresa,
anche grazie
all’aiuto
della figlia
di Minosse
che col suo
leggendario
filo lo
condusse
indenne
fuori del
labirinto.
Ma
una volta
salvo, Teseo
che era già
sposato, non
poté
mantenere la
promessa e
abbandonò
Arianna
sull’isola
di Nasso,
dove il re
Dioniso la
trovò e la
prese in
sposa.
Teseo
riprese la
strada di
casa
onorando la
promessa che
aveva fatto
al padre
Egeo il
quale gli
aveva fatto
promettere
che, in caso
di successo,
avrebbe
sostituito
le vele nere(in
segno di
lutto)
della sua imbarcazione
con delle
vele
bianche,
segno
inequivocabile
di vittoria.
Teseo
mantenne la
promessa ma
una tempesta
furiosa e
violenta lo
colse d'
improvviso e
un fulmine
strappò la
vela bianca.
Il
giovane fu
costretto
perciò a
rimettere la
vela nera e
il padre
Egeo,
avvistandolo
da lontano,
credette che
il figlio
non fosse
riuscito
nell’impresa.
Egeo,
padre
disperato si
gettò dalla
scogliera e
affogò in un
mare che
ancora oggi
si chiama
Mar Egeo…
il mare che
custodisce e
culla da
secoli il
dolore e la
disperazione
di un padre
che perde
suo figlio,
simbolo di
mille altri
padri e
mille altre storie,
mescolate
tra le
onde azzurre.
Articolo di
Francesca
Ceci |