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Athos
Monte Athos
Una
bolla del 1060, tuttora in vigore,
dell'imperatore Costantino Monomaco
impediva l'accesso al Monte Santo alle
donne, agli animali di sesso femminile, agli
eunuchi e agli imberbi (oggi alle donne e ai
minori di 21 anni, se non accompagnati). Con il
battello, si può comunque costeggiare la
penisola, lunga una cinquantina di chilometri, e
vedere dal mare la maggior parte dei venti
monasteri abbarbicati agli speroni della costa,
che si stagliano sullo sfondo del Monte Athos,
grandiosa piramide emergente dal mare.
Il
monastero di Vatopedi (Vatopediu), visto
dal lontano, appare come una cittadella
circondata da mura merlate, al di sopra della
quali spiccano cupole rosse, costruzioni blu e
ocra, tetti si scisto scintillante. Tra i
cipressi spuntano le cupole in bronzo verde a
forma di bulbo, sormontate dalle grandi croci
d'oro con i loro robusti ancoraggi, e le ampie
facciate bianche del convento di Rossiki,
inatteso riflesso di Zagabria, nella
Grecia bizantina.
Ecco poi il monastero si Simonos Petra, simile a
un tempio buddista tibetano, con le sue
innumerevoli passerelle sospese, calate
vertiginosamente nel vuoto lungo le mura. Poi
quelli di Grigoriu e Dionisiu, anch'esse sospesi
su picchi rocciosi a strapiombo sul mare, che
sembrano assurde sfide architettoniche. In
passato questi bizzarri insediamenti avevano in
realtà lo scopo di assicurare ai monaci la
migliore protezione possibile contro gli
attacchi dei pirati turchi.
Per coloro che cercano la massima solitudine, la
ricerca di luoghi impervi sembra far parte
dell'ascesi. Così è nella parte meridionale di
Athos, dove in alcuni eremitaggi particolarmente
inaccessibili, veri e propri nidi d'aquila, si
isolano per alcuni anni gli anacoreti più
intransigenti, coloro che raggiungono l'estasi
contemplativa.
Autentico Stato nello Stato, da oltre un
millennio centro ortodosso di vita religiosa,
questa repubblica teocratica maschile è
amministrata nel villaggio di Karies
dalla Sacra Comunità, cui partecipa un
rappresentante di ogni monastero.
Il diritto di visita al Monte Athos, riservato
solitamente agli adepti della religione
ortodossa. è regolamentato da rigide formalità:
parere favorevole del ministero degli Esteri,
lettera di presentazione dell'arcivescovo di
Atene e consegna, infine, a Karies, del
diamonitirion, ovvero del permesso di
soggiorno nei conventi. Dietro presentazione di
questo ducumento, l'archontaris, il
monaco portiere di ogni monastero, concede, a
ogni individuo maschile arrivato prima che cali
la notte, la frugale ospitalità consentita alla
regola. Collegati da un reticolo di mulattiere,
i monasteri sono accessibili soltanto a piedi o
via mare.
Il visitatore, nella maggior parte di questi
grandi monasteri, che, a parte quello della
Grande Lavra e di Vatopedi (X secolo), sono
stati restaurati tra il XVII e il XIX secolo,
scopre affreschi mirabili, collezioni di libri
preziosi e tesori unici (come la celebre
coppa in diaspro di Michele Paleologo,
a Vatopedi).
Sul Monte Athos vivon oggi circa 1700 monaci.
Essi seguono una severe regola di vita, la "cenobitica"
vita in comunità, o una più lieve, la "idioritmica",
vita individuale che ammette il diritto alla
proprietà, liturgie facoltative, ect. La luce
elettrica è in usa solo in pochi monasteri,
mentre l'ora è regolata dal sole: l'ora zero
corrisponde sempre al tramonto.
Questa isola atemporale di meditazione,
nonostante sia oggi un po' in declino, resta
tuttavia, come è stata definita con una
suggestiva immagine, uno stupefacente "frammento
di Bisanzio incastonato nei nostri tempi."
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