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Delfi
Delfi
Delfi, sulle pendici del monte Parnaso,
è forse il luogo più suggestivo e famoso del
mondo greco. Si narra che Zeus, un
giorno, libero due aquile agli opposti estremi
del mondo, e che queste si ricongiunsero
incontrandosi a Delfi, in un punto in cui da
allora una pietra sacra simboleggia l'ombelico
del mondo.
Da Delfi inoltre, usciva la voce dell'oracolo
del dio
Apollo, tramite divino tra Zeus e
gli uomini, che parlava attraverso una
sacerdotessa scelta tra le vergini di Delfi.
Come anticamente i pellegrini che qui giungevano
per interrogare Apollo, anche l'odierno
visitatore incontra per primo il santuario di
Marmarià, dedicato ad Athena Prònaia,
la custodia del tempio. Lo sguardo viene subito
attratto da tre slanciate colonne doriche e dal
doppio anello di fusti, ora mozzati di quello
che un tempo doveva essere uno stupendo tempio a
pianta circolare. Più in là si può ammirare il
sacra pianoro di Itéa, ricoperto di olivi
che nel V secolo a.C. aveva al centro un
ippodromo di forma ovale.
Percorrendo un sentiero si arriva poi al
ginnasio, dove gli atleti si esercitavano su una
lunga pista coperta. Non lontano da qui si trova
la famosa fontana di Castalìa le cui
acque purificavano i pellegrini venuti a
interrogare l'oracolo. La sorgente sgorga da
rocce imponente, splendidamente illuminate di
rosso al tramonto. Nei pressi della sorgente
inizia la via sacra che porta al tempio di
Apollo. Lungo il percorso si trovano molte
pietre e basamenti che indicano i luoghi dei
cosiddetti tesori; si trattava di piccole
costruzioni erette dalle differenti città per
raccogliere le offerte dei loro cittadini ad
Apollo. Numerosi anche le statue che facevano di
Delfi un magnifico museo a celo aperto. Dello
splendido tempio di Apollo, risalente al IV
secolo a.C. resta poco. Era in un locale sotto
il tempio che la sacerdotessa di Delfi, la
Pizia, in stato di trance con a fianco una
statua in oro di Apollo pronunciava i suoi
oracoli. Per ascoltarli si recavano qui i
principi asiatici, i re d'Egitto e i pellegrini
provenienti da ogni dove. Nel pronao del tempio
erano incise due celebri espressioni della
saggezza delfica: un invito alla moderazione
"mai eccedere" e il celebre "conosci te stesso",
che invita a prendere coscienza dei propri
limiti.
Salendo ancora si incontra il luogo delle
danzatrici di Delfi cantato da Debussy,
poi il teatro, dove veniva onorato il dio della
musica e lo stadio. In questo fantastico
scenario in estate si celebra l'antica greca. |