Sei qui:
Grecia
>
Religione dell'antica Grecia
>
Abadir
Abadir,
che significa "Padre Onnipotente", è un termine Fenicio che indica il più alto
grado di divinità. Abadir sembra essere una variazione di Ob-Adur, e
significa il serpente dio Orus. Il termine indicava anche per i
fenici alcune pietre, solitamente coniche, che si diceva essere cadute dal
cielo. Oggetto di molte superstizioni, venivano venerate e avevano un proprio
culto. Con questa parola, la mitologia greca aveva chiamato la pietra divorata
da Crono al posto di Zeus neonato (si narra difatti che Crono, figlio di
Urano e Gea, si nutrisse dei propri figli alla loro nascita). La pietra che
aveva salvato la vita a Zeus fu per questo motivo a sua volta venerata.
Secondo la leggenda i genitori di Crono, Urano e Gea, gli avevano
predetto che sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli (così come era
accaduto a loro proprio per mano di Crono). Così Crono ordinò a sua moglie
Rea (che era anche sua sorella), di consegnarli anche il neonato Zeus
(gli altri figli erano già stati divorati) per potersene sbarazzare divorandolo
ed evitare la profezia.
Crono divorò
i piccoli figli via via che Rea li
partoriva:
Demetra, Era, Estia, Ade e Poseidone.
Rea infine diede alla luce Zeus, il
suo terzo figlio maschio, sul
Monte Liceo, in
Arcadia (o in una grotta a
Creta secondo altre versioni),
e dopo aver gettato Zeus nel fiume
Neda lo affidò alla madre Terra.
Rea aveva ingannato Crono dandogli
al posto del figlio una pietra
avvolta in fasce, l'Abadir
appunto. La pietra fu trattata con
crema di latte e miele per aiutarla
a scivolare. Crono non si
accorse mai di nulla. Quando Zeus,
una volta cresciuto, venne assunto
sotto false spoglie come coppiere
degli dei, diede un giorno al padre
una pozione speciale che lo fece
rigettare.
|
|
Oltre ad uscire integri ed adulti tutti i precedenti figli ingurgitati, venne
anche espulsa la pietra. In seguito, dopo una guerra intrapresa insieme ai
fratelli liberati, Zeus riuscì a sconfiggere il padre, e a rinchiuderlo e ad
affidarlo alla custodia degli
Ecatonchiri, per l'eternità. Zeus liberò successivamente anche i famosi
Ciclopi (giganti con un occhio solo) e gli Ecantochiri (mostri con
cento braccia e cento gambe); in cambio i Ciclopi gli regalarono i fulmini, e
lui scelse come dimora il più alto dei monti della Grecia: l'Olimpo. In
seguito la pietra, che in effetti aveva salvato la vita a Zeus permettendogli di
instaurare la nuova cerchia di dei olimpici, fu sempre tenuta in grande
considerazione e venerata. La pietra era conosciuta anche come Betilo.
|